giovedì 28 febbraio 2008

Johnny Deep: " con questo film sono sceso all'inferno."


«La cosa più difficile è stata cercare di rendere simpatico il mio personaggio, Sweeney Todd, mentre taglia la gola a chi capita». Johnny Depp si allunga sul divano di una suite del Claridge Hotel di Londra e si lascia andare a un irresistibile sorriso da scugnizzo. D'accordo che per Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street ha portato a casa il suo primo Golden Globe e la sua terza candidatura agli Oscar come migliore attore protagonista, ma non starà esagerando? Il barbiere assassino del film di Tim Burton è tenebroso, vendicativo, spietato. Al limite romantico, ironico. Simpatico proprio no. Condannato ingiustamente a 15 anni di prigione, Sweeney evade per tornare a Londra dalla moglie e dalla figlia. Quando scopre di averle perse per sempre, ordisce la sua tremenda vendetta: promettendo una barba gratis, attira gli ignari clienti nella sua bottega. E li sgozza senza pietà.

Mr. Depp, è chiaro che lei ha un debole per i ruoli eccessivi, da Edward mani di forbice al pirata Jack Sparrow
(Mi interrompe) «Perché, io le sembro un tipo misurato? (ride e indica i jeans strappati, i tatuaggi che spuntano dalla camicia, il Borsalino calato sugli occhiali di osso). In ognuno dei personaggi che ho interpretato c'è un pezzettino di me: sono malinconico come Edward e fuori di zucca come Sparrow».

Stavolta, però, ha superato il limite
«Con il barbiere killer non sono riuscito a identificarmi, già solo interpretarlo è stato difficilissimo: la sua anima è talmente nera, diabolica, ti trascina giù a picco come le sabbie mobili...».

Allora perché ha girato questo film?
«Ovvio! Perché lo ha diretto il mio amico Tim Burton: è il sesto che facciamo insieme, dopo Edward mani di forbice, Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow, La sposa cadavere e La fabbrica di cioccolato. Se Tim mi chiedesse di interpretare un film in cui devo fare sesso con un maiale africano (testuali parole!), accetterei a occhi chiusi...».

Per Sweeney Todd, che è tratto dall’omonimo musical di Broadway, Burton le ha chiesto di cantare per la prima volta sullo schermo
«Immaginavo di essere abbastanza intonato: da ragazzino ho pur sempre suonato in un gruppo rock».

Il primo disco che ha acquistato?
«Non so se l'avevo comprato, ma ricordo di aver ascoltato fino alla nausea... (esita) non rida, giuro che è così... Everybody loves somebody di Dean Martin».

Romantico. E il primo brano che ha suonato alla chitarra?
«Stairway to heaven dei Led Zeppelin».

Prima di affrontare gli assoli di Sweeney Todd ha preso lezioni di canto?
«Tutti dicevano che avrei dovuto, e anch'io non ero certo di reggere come voce solista. Ma stavo finendo il terzo Pirati dei Caraibi e non avevo proprio tempo. Così mi sono esercitato da solo».

Ha approfittato del fatto di avere una compagna cantante?
«Certo che sì, non sono mica pazzo fino a questo punto! Prima di mandare a Tim le incisioni delle prove, le facevo ascoltare a Vanessa, la sera a casa. Ero terrorizzato dall'idea di fare una figuraccia, ma lei è stata grande: mi correggeva, mi dava consigli su come tenere una nota o interpretare i diversi brani».

In una delle canzoni Sweeney Todd chiama i suoi rasoi “i miei amici”
«Queste lame sono il mezzo che ha per guadagnarsi da vivere e per vendicarsi. Diventano la sua nuova famiglia».

E la vendetta è la sua ossessione
«Non potrebbe essere altrimenti. Il perdono funziona nelle fiabe, non in questo mondo. Ha ragione Tim: il film è una metafora dei nostri tempi violenti. Prima di diventare un serial killer, Sweeney è una vittima della sopraffazione dei potenti e dei corrotti, che gli portano via quello che ha di più caro».

Lei si vendica o perdona?
«Se qualcuno facesse del male a me o alle persone che amo, non gliele manderei certo a dire, gli farei capire che se ci riprovasse se ne pentirebbe. Sì, sono un fan della vendetta, la trovo catartica: vuoi mettere la soddisfazione di dare un bel calcio nel didietro?» (ride).

Sweeney Todd è guidato dalla sete di vendetta. Lei, uno dei divi più potenti del cinema, da cosa è spinto?
«Non dall'ambizione, non ce l'ho. Colgo l'attimo, mi lascio trasportare dall'ordine naturale delle cose».

Dall'amore per la sua famiglia no?
«Vanessa e i nostri due figli sono l'ordine naturale delle cose. Prima di incontrarla, dieci anni fa, avevo un tale disordine in testa che mi sentivo già finito. Ero un nomade dell'esistenza e dei sentimenti: lei mi ha dato delle radici».

Siete una delle coppie d'oro di Hollywood, ma sui giornali vi si vede poco
«Gli americani, educati dalle riviste gossippare e volgari, fremono in attesa della nostra separazione. Invece in Francia, dove viviamo, fanno il tifo per noi».

Deduco che detesta il gossip
«Gli unici pettegolezzi che mi piace leggere sono notizie tipo: “Scoppia il reggiseno di una donna, 11 morti”».

A un certo punto Sweeney Todd dice: «Io non ho mai avuto sogni, solo incubi». Qual è il suo incubo peggiore?
«L'ho già vissuto. Un anno fa, proprio durante le riprese di Sweeney Todd, mia figlia Lily Rose ha rischiato di morire» (aveva preso il tetano e l'infezione aveva raggiunto gli organi vitali, ndr).

Alla notizia della sua nomination all'Oscar il regista Tim Burton ha detto: «Johnny ne è fiero, ma scommetto che non muore dalla voglia di andare alla cerimonia al Kodak Theatre»
(Scoppia a ridere) «Tim mi conosce come le sue tasche. Per me è più di un amico, è un fratello. Senza di lui non sarei arrivato fin qui: ha avuto fiducia in me quando ero disperato e, pur di portare a casa qualche soldo, facevo la comparsa nella soap opera Dynasty».

Per chi tifa alle elezioni Usa?
«Per la verità non le sto seguendo molto. Obama è brillante e sincero, la Clinton mi sembra intelligente. Ma le ultime due volte, nel 2000 e nel 2004, non è andata come speravo. E non so se posso reggere la terza batosta».

John Christopher Depp nasce il 9 giugno 1963 a Owensboro, nel Kentucky (Usa), da padre ingegnere e madre casalinga. A 15 anni, dopo il divorzio dei genitori, è il classico adolescente difficile: ha problemi di droga e lascia la scuola per diventare un chitarrista rock. Fonda il gruppo The Kids e nel 1983 sposa Lori Anne Allison, sorella di uno dei membri della band, da cui divorzia nel 1986. Dopo le turbolente love story con la collega Winona Ryder e la top model Kate Moss, nel 1998 Depp si innamora dell'attrice e cantante francese Vanessa Paradis. Hanno due figli: Lily Rose, 8 anni, e Jack, 5.

I suoi successi
Nel gilet del sanguinario barbiere Sweeney Todd, ha ottenuto un Golden Globe e una nomination all'Oscar. Del resto, in 25 anni di carriera e oltre 40 film, Johnny Depp ha conquistato critici e fan. Sia quando ha interpretato ruoli “borderline” come in Edward mani di forbice (1990), Ed Wood (1994), Paura e delirio a Las Vegas (1998). Sia quando ha recitato in film sbancabotteghino come Chocolat (2000), La fabbrica di cioccolato, la trilogia Pirati dei Caraibi (2003-2007). Sta lavorando al film tratto dal besteller Shantaram. E sostituirà lo scomparso Heath Ledger in The imaginarium of Doctor Parnassus.

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