giovedì 28 febbraio 2008

I cento film italiani da salvare per le nuove generazioni


Cento film per far riscoprire ai più giovani la storia del nostro Paese. E' stato presentato questa mattina a Roma il progetto '100+1. Cento film e un paese, l'Italia', promosso dall'Associazione Giornate degli Autori. Il critico Fabio Ferzetti, con una serie di collaboratori eccellenti fra cui Gianni Amelio e Paolo Mereghetti, ha selezionato cento titoli di grandi capolavori realizzati tra il 1942 e il 1978, da 'Quattro passi tra le nuvole' di Alessandro Blasetti a 'L'albero degli zoccoli' di Ermanno Olmi.

L'obiettivo dell'iniziativa è di cercare appoggi, diritti, soldi, copie di questi film per farle circolare nelle scuole medie, inferiori e superiori. "I giovani hanno perso il contatto con la nostra memoria", ha spiegato Fabio Ferzetti. "Prima in tv si poteva vedere qualche film del passato, oggi non più, il cinema dovrebbe entrare nelle scuole, diventare materia d'insegnamento. Le pellicole che abbiamo scelto secondo noi sono in grado di raccontare la nostra storia, di aiutare a riscoprirla". Per capire l'alto valore di testimonianza che ha avuto in passato il nostro cinema basta pensare a film come 'Roma città aperta' di Rossellini, al 'La terra trema' o 'Il gattopardo' di Visconti, a 'I vitelloni' di Fellini o 'Novecento' di Bertolucci e 'Il sorpasso' di Risi.

"I film sono un bene culturale che va tutelato e mostrato, come si fa con i quadri o le opere d'arte" ha affermato Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici. Stefania Sandrelli, interprete di ben cinque film 'da salvare' ('Divorzio all'italiana', 'Io la conoscevo bene', 'Il conformista', 'Novecento' e 'C'eravamo tanto amati') ha affermato di essere onorata e gratificata dal fatto di essere l'attrice più presente in questa selezione: "Un giornalista in passato mi definì il termometro del cinema italiano, e questo mi lusingò molto. Sono emozionata nel vedere che i miei cinque film sono stato inseriti fra i cento: quelle pellicole rappresentano l'Italia, le italiane, me stessa, le mie scelte. E in fondo il dovere del cinema è di rappresentare la realtà che cambia".

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